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Cristina Kristal Rizzo

Sonno




concept Cristina Kristal Rizzo con Paolo Bufalini, Edoardo Ciaralli, Giuseppe Vincent Giampino, Laura Pante produzione Xing/Live Arts Week X



Di tanto in tanto era percorsa da una agitazione leggera e inesplicabile, come le foglie che una brezza inattesa sconvolge per qualche istante. Si accomodava i capelli, poi, non avendolo fatto come voleva, vi portava ancora la mano con dei movimenti così coerenti, così volontari, che ero certo stesse per svegliarsi. Niente affatto; ridiventava calma nel sonno da cui non si era scossa.
(Proust, 1927)

Un piano mobile su cui è possibile scivolare e perdere la profondità. Come una risorsa per staccarsi dal corpo. Non c’è un concreto, un tangibile, un piano oggettivo, un tempo dell’immagine. E’ un‘architettura senza scopo. E’ come cascare in una pausa. Il che vuol dire che si sta facendo una pausa. Fermiamo il diritto alla libertà di muoverci.
(Cristina Kristal Rizzo, 2021)

Ed ora chi potrà far radunare per te gli dei / in modo che tu trovi la vita che cerchi? / Orsù, cerca di non dormire per sette giorni e sette notti. / … Ma appena egli sedette al suolo con la testa / tra le sue ginocchia / il sonno scese su di lui come un velo di nebbia.
(La Saga di Gilgamesh, I/II millenio a.C.)



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photo: Luca Ghedini, courtesy Xing